Il sondaggio annuale condotto ad inizio 2020 da JetBrains su quasi 20.000 sviluppatori software in 18 paesi considerati i più significativi (in quanto impiegano oltre il 70% degli sviluppatori mondiali) ha evidenziato le ultime tendenze in ambito strumenti, tecnologie e linguaggi di programmazione.
Vediamo qualche dato che ci aiuta a fotografare la situazione.
Java risulta essere ancora il linguaggio di programmazione più popolare ma Javascript è quello più utilizzato e Python è quello più studiato.
Il web è l’ambito di maggiore attenzione degli sviluppatori (che si concentrano soprattutto sulla parte backend e lo sviluppo di siti internet la fa da padrone.
Il sistema operativo più utilizzato è Windows, che è anche la piattaforma a cui si rivolge la più parte degli sviluppatori desktop.
In ambito mobile, la tendenza è quella di usare applicazioni native, sviluppare sia per Android che per IOS e usare tecnologie cross-platform e framework (React Native e Flutter in particolare a scapito di Cordova, Ionic e Xamarin).
Parlando di Big Data, quasi il 70% degli intervistati dichiara di non usare una piattaforma specifica per l’analisi di Big Data, il 18% usa Google CoLab. Il tool più utilizzato è Apache Spark (24%) e i dati vengono salvati soprattutto su server interni (34%), in locale (24%) e su AWS (23%).
Al di là delle tecnologie e dei linguaggi utilizzati, è chiara la tendenza verso lo sviluppo web based. La dinamicità del web, la velocità delle connessioni in cloud, la tracciabilità della posizione, l'accessibilità praticamente ovunque e con qualunque dispositivo, sono fondamentali per rispondere alle molteplici esigenze della moderna digitalizzazione. Ma sempre in modalità "smart", l'approccio deve essere rigorosamente "friendly" per poter coinvolgere un'utenza sempre più social oriented. Non a caso, l'offerta di template frontend non è mai stata così completa, professionale e accessibile.
Ma dal sondaggio emergono anche altri dati interessanti, non sempre in linea con lo stereotipo dello sviluppatore.
Sorprendono alcuni risultati, ad esempio la questione privacy: se quasi il 50% degli intervistati dichiara di essere preoccupato di come vengono trattati i propri dati personali, solo la metà si preoccupa di adottare delle misure per mantenere la riservatezza dei propri dati.
Almeno la metà degli intervistati dichiara di non avere fiducia nell’Intelligenza Artificiale: alla domanda “se il tuo governo sostituisse i tribunali con l’Intelligenza artificiale, ti fideresti?” il 50% ha risposto di no.
E se qualcuno si domandasse cosa fa un programmatore nel suo tempo libero, la risposta è ...continuare a programmare!
08 Ottobre, 2024
09 Settembre, 2024