QR Code, questo (s)conosciuto

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Redazione 10 Luglio, 2020

QR Code, questo (s)conosciuto

Un codice QR è un codice a barre bidimensionale, composto da un “pattern” nero sviluppato in un quadrato bianco, secondo proporzioni prestabilite, che contiene delle informazioni fruibili normalmente tramite smartphone.

L’acronimo sta per “Quick response”, rendendo giustizia alla funzione principe dello strumento: una decodifica veloce delle informazioni contenute.

Nato in Giappone negli anni 90 (tanto per cambiare c’entra la Toyota..), in Italia e in Europa si è diffuso a partire dalla fine del primo decennio del 2000.

I codici QR possono contenere dati generici (numeri di telefono, indirizzi, testi,..) ma anche link a siti web, documenti in formato immagine, suoni, mappe,... Per la lettura del QR Code basta uno smartphone, supportato da un apposito programma, disponibile gratuitamente grazie alla licenza libera di questa tecnologia.

Per l’utente è molto semplice: basta inquadrare il riquadro con lo smartphone e l’informazione ivi contenuta viene visualizzata direttamente sul dispositivo.

E’ quindi principalmente uno strumento di comunicazione e la sua forza è la flessibilità di utilizzo: può essere un mero contenitore di informazioni (immagini o testi) ma può anche essere un “ponte” per interagire direttamente con l’utente.

Questa seconda opzione ci piace molto, ci permette di spaziare con la mente e fornire servizi che vanno oltre la semplice comunicazione, focalizzandosi maggiormente sull’interazione con l’utente.

Qualche esempio?
Con il QR code posso visualizzare un elenco di prodotti ed effettuare l’ordine, posso accedere ai servizi in camera in un albergo o al menù digitale del ristorante e ordinare direttamente, posso identificare una macchina utensile, visualizzarne la scheda tecnica, richiedere assistenza o effettuare attività di manutenzione.

Il QR Code per noi è una porta di ingresso totalmente configurabile: a seconda di chi lo inquadra, potrà mostrare informazioni o azioni “mirate”, protette da livelli di accesso differenziati. Lo stesso identico QR code, posto su una macchina, al manutentore mostra informazioni tecniche di manutenzione, all'utilizzatore della macchina informazioni di funzionamento, al responsabile acquisti le parti di ricambio per un riordino diretto.

La sua polifunzionalità è disarmante (per uno sviluppatore software sembra la manna caduta dal cielo…): sorprendente che abbia avuto un successo solo “discreto” in Europa e più ancora in Italia, dove l’applicazione si è spesso limitata alla visualizzazione di poche informazioni, per lo più ridondanti rispetto a quelle già presenti. Chi non ha inquadrato un QR Code su un monumento storico-artistico, rimanendo però deluso dal contenuto? Esattamente identico a quello presente sul pannello informativo prima di inquadrare il QR Code!

Questo (ab)uso del QR Code lo svaluta totalmente della sua potenzialità, relegandolo ad un ruolo secondario e limitato.

E come disse l’inventore del QR Code, Masahiro Hara, dopo aver ricevuto il premio Good Design Award dell’istituto giapponese per la promozione del Design Industriale nel 2012 (18 anni dopo averlo inventato), non è importante chi usa il QR Code ma che lo usino in tanti e che sia uno stimolo ad identificare nuovi modi per utilizzarlo. E questa è esattamente la modalità che ha permesso lo sviluppo negli anni del QR Code.

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